Itinerario Principale Prossimo Luogo
Oltre Duemilaseicento anni fa gli Etruschi iniziarono a gettare
le loro offerte devozionali in un laghetto, che si trovava a più di 1000 metri di altezza s.l.m.,
nel
Monte Falterona, vicino a quelle che oggi sono unanimemente considerate le sorgenti del fiume Arno.

Il piccolo lago, prosciugato nell'anno 1838 per effettuare gli scavi archeologici, ha restituito una stipe votiva che, allo stato attuale delle conoscenze, a ragione, può essere considerata la più ricca di reperti mai scoperta. Gli oggetti etruschi più rappresentativi della stipe erano i bronzetti a figura umana (oltre 600), di cui ancor oggi, purtroppo, risulta la sicura provenienza di soltanto una ventina di pezzi.


Foto: G.A.C.

L'importanza di tali manufatti, sia dal punto di vista storico-artistico, sia per le figure rappresentate, è dimostrata anche dal fatto che questi bronzetti si trovano oggi nei più importanti Musei a livello internazionale: il British Museum, il Louvre e la Walters Art Gallery di Baltimora.

 

Foto: G.A.C.

Il Lago degli Idoli si trova a circa 1380 metri di altezza sul mare, nel versante meridionale del Monte Falterona (1654 metri), vicino alle sorgenti dell'Arno, situate circa 600 metri più a Nord-Ovest (1358 metri).

Nel maggio 1838 una pastorella rinvenne casualmente una statuetta bronzea. Si costituì a Stia una società formata da un gruppo di amatori locali, che intrapresero una campagna di scavo (1838-1839).

Dopo pochi giorni a causa del formidabile risultato dello scavo, per la quantità di rinvenimenti scoperti, fu deciso di prosciugare il lago. Nel complesso furono ritrovati:

oltre 600 statuette: figure umane intere; mezzi busti; teste; membra e organi umani di ogni genere (mani, braccia, gambe, piedi, mammelle, occhi) e immagini di animali (buoi, capre, pecore, cavalli); un "gran catino"; grandi catene; fibule; un frammento di candelabro in bronzo; circa 1000 pezzi di rame e di bronzo informi; qualche aes signatum; una moneta con l'effige di Giano e altre di epoca imperiale; circa 2000 punte di freccia; pezzi di aste, di coltelli e di spade in ferro; vari frammenti di ceramica assai rozza; altri di terracotta leggerissima e forse alcuni vasi interi.

Questi reperti, inizialmente conservati in casa di Alessandro Beni (noto studioso locale), furono venduti in blocco, a seguito del fatto che i soci, chiesto al Direttore delle Reali Gallerie di Firenze il suo interesse ad acquistarli, non ebbero risposta.

Rivenduti separatamente o a gruppi, alcuni pezzi appartennero nel 1844 al mercante d'arte romano Francesco Capranesi; altri furono ceduti nel 1847 al British Museum e altri al Louvre; uno infine alla Walters Art Gallery di Baltimora. Il mistero che avvolge tutt'oggi questa importantissima scoperta è tornato d'attualità a seguito della notizia che parte dei rinvenimenti sia conservata all'Hermitage di San Pietroburgo.

Dall'anno 1839 sino ai giorni nostri, la zona fu meta di scavatori clandestini. Nel 1971 fu possibile la conoscenza del rinvenimento casuale di cinque statuette.

Nel 1972 venne fatto un saggio di recupero. Furono rinvenute sei statuette insieme ad una gamba votiva ed a un piccolissimo oggetto a forma di rene, entrambi in bronzo.

Grazie al Gruppo Archeologico Casentinese sono stati in seguito rinvenuti dei bronzetti appartenenti a collezioni private.

Sull'origine, tanto discussa, del lago, è stata recentemente formulata un'ipotesi da un équipe costituita da ricercatori e studiosi della Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Firenze. Attraverso ricerche, analisi e studi idrogeologici è stato possibile capire che l'origine del lago è stata determinata da una sorgente sotterranea capace di mantenere un afflusso d'acqua costante. Dalle ricerche fatte risulta che le rocce in cui si è formato il lago siano costituite da strati di arenaria pertinenti ad una "pseudo-dolina". Risulta così che il sistema del Monte Falterona è un sistema geologicamente del tutto instabile. Il Lago degli Idoli, invece, è rimasto un'oasi di stabilità per secoli e, probabilmente, gli antichi hanno percepito questa sua singolarità.

Difatti, questo luogo di culto, difficile da raggiungere e in una zona impervia, deve aver avuto un ruolo importantissimo nell'antichità, com'è dimostrato dalla quantità e dalla qualità degli oggetti ivi scoperti, che vanno cronologicamente dalla seconda metà del VI secolo a.C. all'ellenismo. Probabile è la funzione sanatrice dell'acqua del laghetto, per la presenza, tra gli ex voto, sia di membra e di organi umani, sia di immagini di animali, simboleggianti l'offerta in natura, sia di figurine rappresentate nell'atteggiamento o di preghiera o di donazione verso la divinità. Interessante notare che alcuni sono prodotti locali e di "medio" livello, altri importati e di "alto" livello.

È evidente lo spostamento di merce, di artigiani e di committenti/fedeli. Questo è reso più chiaro dalla presenza nella stipe dell'Hercle di fabbricazione greca. Possibile è ipotizzare che la stipe fosse soprattutto frequentata da "militari" sia per la statuetta di Hercle (divinità di culto collegata all'eroismo e connessa anche alla guerra), sia per quella del Guerriero, sia per la copiosa quantità di frecce. La stipe del Falterona appare come il "centro di pellegrinaggio", al quale si recavano fedeli da ogni parte d'Etruria e come la via di transito tra l'Appennino Toscano e quello Emiliano.

indietro